CFA - Centro Flora Autoctona
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Obiettivi del CFA

L’obiettivo fondamentale del Centro Flora Autoctona è quello di acquisire conoscenze e procedure che, anche mediante il coinvolgimento di qualificati operatori privati del settore agricolo e florovivaistico, possano garantire la disponibilità di specie vegetali erbacee ed arbustive compatibili con le popolazioni lombarde. Queste specie possono essere impiegate in opere di riqualificazione e recupero ambientale, inclusi gli interventi di ingegneria naturalistica, oppure per intraprendere progetti di conservazione di specie rare e/o minacciate.

In questo contesto le attività del CFA rappresentano un esempio concreto di  biologia  della conservazione, i  cui scopi riguardano non solo lo studio
dell’impatto delle attività antropiche, ma anche la progettazione e la realizzazione di interventi per conservare la biodiversità e prevenire l’estinzione delle specie.

Le attività del CFA prevedono innanzitutto l’individuazione delle situazioni critiche per le quali avviare interventi mirati di conservazione. Questo obiettivo viene realizzato sia attraverso le segnalazioni effettuate dagli Enti preposti alla tutela territoriale (parchi e riserve naturali, comunità montane, etc.) sia attraverso l’esame critico dei dati riguardanti la distribuzione delle specie vegetali (cartografia floristica) e/o la consistenza delle popolazioni. Naturalmente la scelta delle specie da sottoporre ad analisi viene effettuata anche tenendo conto delle direttive e delle leggi comunitarie, nazionali e/o regionali.

Le specie e/o le popolazioni prescelte sono sottoposte ad analisi approfondite, riguardanti soprattutto la biologia riproduttiva, allo scopo di raccogliere informazioni utili per la propagazione e per la conservazione in situ o ex situ.

Dati di questo tipo sono utili anche per valutare i fattori di minaccia di estinzione a cui specie e popolazioni possono essere eventualmente esposte. Il CFA pone attenzione alla salvaguardia della variabilità genetica intra -e inter- popolazione, avviando se necessario analisi genetiche mirate, in particolare su specie endemiche, relitte, rare o con popolazioni isolate all'interno del loro areale.

I dati ottenuti nei singoli sottoprogetti di ricerca vengono integrati ed organizzati al fine di redigere schede descrittive relative alle singole specie e protocolli di coltivazione. Questi sono utilizzati innanzitutto per avviare produzioni pilota di materiale vivo e successivamente per rendere indipendenti nella propagazione delle piante di interesse gli Enti preposti alla tutela della biodiversità. Se necessario, la stesura dei protocolli viene affiancata da indagini agronomiche condotte allo scopo non solo di sperimentare e ottimizzare tempi e modalità di trapianto o semina in pieno campo o negli habitat naturali, ma anche di verificare l’efficacia di materiali, substrati, macchinari ed eventuali interventi fitosanitari.

Una volta terminata la fase sperimentale, vengono coinvolti gli operatori privati (aziende agricole e florovivaistiche) e gli enti gestori delle aree protette per avviare definitivamente la filiera di produzione di piante e/o sementi autoctone.

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In questa fase l’impegno del CFA è rivolto principalmente:
  1. alla certificazione dei processi impiegati per la produzione delle piante;
  2. alla certificazione della provenienza e dell’idoneità del materiale riproduttivo (anche mediante analisi biomolecolari);
  3. alla concomitante conservazione del germoplasma presso la Banca del Germoplasma delle Piante Lombarde.
CFA
Via Bertarelli, 11
23851 Galbiate (LC)
Tel. 0341 542266

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