CFA - Centro Flora Autoctona
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Germinazione e Conservazione di Orchidee Autoctone

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Conservazione ex-situ di specie Direttiva Habitat
Germinazione e conservazione di orchidee autoctone

L'ecologia e la biologia riproduttiva costituiscono nelle Orchidaceae aspetti particolarmente sensibili ai cambiamenti ecologici, date le caratteristiche della nicchia ecologica di appartenenza delle diverse specie spesso associate a strette relazioni con insetti impollinatori. La germinazione dei semi delle orchidee è in genere considerata di estrema difficoltà, essendo basata sulla simbiosi con specifici funghi. Inoltre molte orchidee autoctone europee si insediano con successo solo in ambienti oligotrofi (poveri di nutrienti) e caratterizzati da elevate intensità luminose, condizioni queste che si trovano specialmente in corrispondenza di vegetazioni particolari, come i prati da sfalcio (mesobrometi), attualmente protette dalla comunità Europea (Direttiva Habitat 92/43/EEC Allegati I, II & IV). Le Orchidee stesse sono peraltro oggetto di protezione diretta tramite leggi specifiche su scala internazionale (es. Appendice II - CITES) o locale (es. legge Regionale Lombarda LR. 10/08).
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Il rafforzamento di popolazioni naturali con piante propagate ex situ è ormai considerato un valido mezzo di conservazione delle specie, in particolare qualora venga preferita la coltivazione a partire da seme che permette di massimizzare la diversità genetica delle piante riprodotte. Tuttavia le orchidee delle aree temperate producono semi caratterizzati da una combinazione di diversi meccanismi di dormienza, per garantire la sopravvivenza in condizioni climatiche estreme che si susseguono nel corso delle stagioni. Questo aspetto comporta rilevanti problemi nei programmi di tutela e conservazione delle specie.
Le ricerche finalizzate all'interruzione della dormienza fisiologica dei semi delle orchidee si sono recentemente basate sull'esposizione dei semi a ipoclorito di sodio, fito-ormoni o funghi simbionti. Tutti questi trattamenti pur avendo dato risultati soddisfacenti per la riproduzione di singole specie di orchidee, non sembrano altrettanto applicabili a fini conservazionistici. Ad esempio l'isolamento dei funghi simbionti dalle radici delle piante adulte in natura rappresenta un'operazione altamente distruttiva, senza che sia poi garantita l'efficacia nel processo di germinazione. Analogamente l'uso di fito-ormoni si è rivelato estremamente specie-specifico, inducendo a volte addirittura un effetto inibitorio sulla germinazione di specie diverse da quelle originariamente analizzate.

Il Centro Flora Autoctona si propone non solo di verificare l'efficacia di questi metodi sulle orchidee lombarde, ma anche di sperimentare tecnologie innovative. Per questa ragione è attiva una convenzione di collaborazione con il Dipartimento di Scienze Agrarie e Ambientali - Produzione, Territorio, Agroenergia (DiSAA) dell'Università degli Studi di Milano, dove, sotto la supervisione del Prof. Simon Pierce del gruppo di Ecologia e Conservazione degli Agroecosistemi (Agroecosystems Ecology and Conservation Group) si eseguono sperimentazioni e studi finalizzati alla stesura di protocolli di coltivazione ex situ e produzione di orchidee.
I risultati di questi studi hanno portato ad interventi di rafforzamento delle popolazioni naturali, come nel caso del progetto ORCHIS.

Per guardare video sulla ricerca di semi di alcune orchidee rare, visita questa pagina.
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